I gruppi di acquisto solidale

“il ciclo corto” per un’altragricoltura

 

AltrAgricoltura Nord Est e tante Associazioni insieme per un progetto di trasparenza, di democrazia, sulla distribuzione e l’accesso al cibo.

Così vogliamo sintetizzare la nostra proposta di altri gruppi d’acquisto, diciamo altri, perché conosciamo la molteplicità di esperienze esistite ed esistenti, le loro ricchezze e i loro limiti. Altri gruppi d’acquisto non per affossare l’esistente ma come nuova realtà che vuole costruire, in rete, percorsi di lunga scadenza, dove l’autoriproduzione e l’autorganizzazione di altri gruppi può diventare momento di pressione che fa sentire il fiato sul collo alla Grande Distribuzione Organizzata che decide cosa dobbiamo mangiare, a che prezzo ed anche quando! Non è da noi pensare, in questo tempo caotico e velocissimo di globalizzazione, la possibilità di costruire alternativa alla G.D.O. o alle transnazionali, ma vogliamo avere la possibilità di ritagliarci spazi, tempi e vita diversi.

Vogliamo immaginare la possibilità di costruire rapporti tra persone diversi, vogliamo che la donna e l’uomo non agiscano, non scelgano per conto delle merci, ma diventino loro decisori e protagonisti.

Detto questo come premessa, vogliamo sperimentare questa nostra possibilità fin da subito. Come cittadini stanchi delle menzogne mediatiche pilotate su prezzi, alta qualità, genuinità, freschezze varie, disgrazie climatiche che irrompono nella scena quotidiana flagellando valli e pianure, distruggendo colture ecc. ecc. fino ad arrivare alla peste aviaria; stanchi di un mix che produce zucchine il giorno di natale con prezzi da capogiro, insalatine già pronte da consumarsi facendo un mutuo, carne che costa meno se arriva dall’Argentina o da qualsiasi paese che sia distante migliaia di km; stanchi di vedere la nostra campagna con le mappe, seguendo lunghi tragitti in mezzo a capannoni, strade e autostrade dove ci si rende conto che la campagna si sta esaurendo e gli agricoltori, quelli veri, sono esausti. Di che stupirci se i bambini a scuola quando viene richiesto di disegnare un pollo o una gallina prima pensano ad Amadori e poi disegnano il busto di pollo visto all’Auchan, o al Lidl, o alla Despar!?


    Non siamo consumatori, non siamo agricoltori, siamo tutti cittadini.


Una verità che ci permette di realizzare un progetto dove cittadini/consumatori e cittadini/agricoltori si incontrano e creano un sistema di scambio di prodotti, dove le basi dell’accordo sono che il cittadino/consumatore trova dei prodotti di qualità e freschezza, non avvelenati chimicamente e ad un prezzo inferiore a quello del supermercato, e il cittadino/agricoltore trova un reddito maggiore di quello percepito attraverso la G.D.O.. Così nel gusto e nella sicurezza del prodotto viene riconosciuta l’etica, la passione e tradizione per le proprie colture, la funzione di presidio territoriale, il rispetto degli ecosistemi e dell’ambiente, della salute in genere.

Non vogliamo e non chiediamo il lifting alla campagna per trasformare tutto in agriturismi a cinque stelle con maneggio e piscine; non chiediamo neppure che i giovani agricoltori lavorino 365 giorni all’anno per un vivere futuro sganciato dal frutto che producono ma legato alla sola capacità burocratica di chiedere sovvenzioni ed indennizzi dalla nuova Europa.

Noi vogliamo concretizzare un’altragricoltura rispettosa degli uomini, degli animali, dell’ambiente.

I Gruppi d’Acquisto Solidale “Il Ciclo Corto” per un’altragricoltura vogliono essere uno dei motori della diffusione delle produzioni locali e tradizionali (preferibilmente piccole) radicate nel territorio circostante (filiera corta) e motore della sostenibilità ambientale e sociale dell'agricoltura; un momento reale di difesa del reddito sociale taglieggiato dalle politiche delle grandi catene dei supermercati e delle multinazionali dei settori agroalimentare, chimico e biotecnologico.

Le grandi aziende agroalimentari, negli ultimi anni, hanno trasformato il cibo da fonte di vita a semplice merce, inoltre hanno applicato il principio del massimo profitto che comporta la massima produzione al minimo costo, con il risultato, sul piano economico, di originare un abbattimento dei prezzi all'ingrosso insostenibile per gli agricoltori. Uno a uno chiudono bottega, e in nome di questo sistema viene sacrificata la sicurezza alimentare dell’intera società. Continue crisi sanitarie come “mucca pazza”, “sars”, “diossina nei polli”, cartine tornasole del funzionamento di questo sistema agroalimentare, ci fanno percepire il cibo come elemento di pericolo (e lo è veramente fino a che insieme non cambiamo i processi per produrlo e consumarlo).

Rifiutare questo modo di produrre il cibo, che si rivela essere una delle cause prime della fame nel sud del mondo e dei disastri ambientali in tutto il pianeta, è una scelta responsabile e necessaria degli agricoltori, dei cittadini e della società civile.

Gli anni recenti hanno visto la “società civile” sempre più protagonista di grandi cambiamenti: iniziative per la difesa del territorio, la tutela del paesaggio, l’accesso ad un reddito equo come diritto per tutti, la volontà di spezzare logiche produttive, che concentrando il reddito nelle mani di pochi grandi gruppi finanziari hanno ridotto alla bancarotta la quasi totalità delle aziende agricole italiane, costituiscono le premesse per pensare una nuova e vera qualità della vita. Questi elementi nati dal “basso”, vissuti capillarmente, in forma democratica e partecipata, nella società sono elementi importanti da cui vogliamo partire per proporre il progetto.

Il Progetto dei Gruppi d’Acquisto Solidale “Il Ciclo Corto” per un’altragricoltura è aperto e rivolto a tutti i cittadini e a tutte le forze sociali e politiche, a tutte le associazioni formali ed informali nel territorio della nostra regione.


    Socializzazione e democrazia


Il Gruppo d’Acquisto ha obiettivi comuni: soddisfare il bisogno alimentare e, valutandonon solo l’aspetto economico che rimane importantissimo, anche la salvaguardia della nostra salute e dell’ambiente. Il cibo che vogliamo deve far conoscere chi sono tutti gli attori della sua produzione: dal produttore al trasformatore; il “prodotto” cibo deve dichiarare da quale territorio proviene; deve dichiarare quali sono stati gli accorgimenti che ha subito. Il gruppo d’acquisto in possesso di queste informazioni partecipa e condivide la produzione stessa. Il cittadino/consumatore diventa attore della stessa filiera produttiva, non solo controllore, che può denunciare le malefatte, ma partecipe di un progetto collettivo: dal seme alla tavola, rendere accessibile un cibo sano e di qualità a tutti.

Il gruppo di acquisto, come momento di aggregazione e di solidarietà, diventa occasione di scambio culturale, di informazione, di organizzazione di eventi, di comunicazione sociale, di diffusione di pratiche di consumo critiche e ragionate.


Consumo critico e risparmio


Il gruppo favorisce lo sviluppo comune di una mentalità di consumo responsabile e critico, attento ai bisogni reali e non succube dei bisogni indotti dalle politiche di marketing; il gruppo, lasciando totale autonomia al singolo partecipante, aiuta a decidere i propri consumi e quindi le proprie spese.

Il ciclo corto agricoltore/cittadino-consumatore/cittadino consente un mutuo vantaggio tra le parti: prevedendo l’eliminazione di diversi passaggi di distribuzione e relativi costi si effettua un risparmio consistente che viene distribuito con equità tra il cittadino, nella forma di risparmio concreto, ed il contadino come una quota di reddito aggiuntivo a riconoscimento della qualità complessiva del suo lavoro e del prodotto.

Nella pratica degli acquisti collettivi, inoltre, si risparmia anche su quei prodotti espressione di razze animali e specie vegetali di altissima eccellenza qualitativa. Infatti, oltre che il quantitativo come elemento di determinazione di un prezzo vantaggioso, l’esclusione di intermediari determina un prezzo accessibile a tutti. Gusto e salute non sono un lusso d’elite ma elementi fondanti del gruppo d’acquisto.


    Sostenere le piccole produzioni


Con lo strumento degli acquisti collettivi è possibile fornire una possibilità di sbocco alle produzioni di molti piccoli produttori che, anche se organizzati, sono volutamente esclusi dai supermercati, che per la loro strategia preferiscono sempre più come fornitori aziende medio-grandi. Questo sostegno ai piccoli produttori è importante perché si contrappone all’industria agroalimentare fondata sulla produzione di cibo indistinto, slegato dalle tipicità delle specifiche territoriali, uguale in tutto il pianeta; risponde alla fase di ristrutturazione del settore indirizzato alla delocalizzazione dei sistemi produttivi nei paesi del sud del mondo. La dove c’è ricchezza di materie prime (cereali e soia), di energia, di manodopera a bassissimo costo, di sistemi sanitari e di controllo insufficienti, con normative a dir poco elastiche, senza rispetto verso i lavoratori e verso l'ambiente, che permettono produzioni alimentari su larga scala a prezzi talmente concorrenziali da determinare la continua moria di aziende agricole nel nostro paese ed in Europa. Approvvigionarsi presso aziende internazionali che producono le proprie derrate nel sud del mondo, con normative diverse dalle nostre in senso peggiorativo, è la continuazione della politica del minimo costo e massimo profitto. Tutto questo non porta beneficio al cittadino/consumatore che non vede calare mai i prezzi, e che prevede solo utili spalmati tra i gestori della catena produttiva industriale e distributiva.


    Economia locale ed occupazione


I produttori piccoli sono, normalmente, ad elevata intensità di mano d'opera (ore di lavoro utilizzate per un prodotto), rispetto alle aziende grandi che sono per lo più ad elevata intensità di capitale (quota di finanziamenti utilizzata per un prodotto). La scelta dei primi rispetto ai secondi è quindi uno strumento importante per creare occupazione, ovvero per fare in modo che i soldi che spendiamo servano a pagare in misura maggiore chi ha lavorato rispetto alle banche o agli azionisti.

I Gruppi d'Acquisto Solidale “Il Ciclo Corto” per un’altragricoltura vanno nella direzione della creazione e dello sviluppo dell’economia agricola locale, quella definita a ciclo corto (qui produco, qui trasformo, qui consumo), in cui ci si scambia per lo più beni e servizi all'interno di una regione. Produzioni agricole che hanno nel metodo di eccellenza il loro punto di forza, tutte Free O.G.M., Igp e Dop, meglio se biologiche. Questo processo di filiera “dal campo alla tavola” è un modo per contare rispetto all'economia globale e quindi limitare gli effetti speculativi della cattiva globalizzazione. In questo processo si valorizzano le varietà vegetali e le razze animali, così come le tradizioni alimentari locali, minacciate dalle egemonie monoculturali. I Gruppi di Acquisto costituiscono, quindi, anche una pratica concreta di alternativa economica e culturale.


    Come Funzionano i Gruppi di Acquisto “Il Ciclo Corto”

    per un’altragricoltura?


Il funzionamento di base di un Gruppo d'Acquisto, una volta costituito informalmente, è abbastanza semplice: i partecipanti al gruppo usufruiscono in primo luogo di un paniere di prodotti su cui intendono eseguire gli acquisti collettivi; in base a questa lista, con l’aiuto di un responsabile del gruppo, le diverse famiglie o persone compilano un ordine, quindi gli ordini vengono raccolti e sommati per definirne uno complessivo di gruppo che, successivamente, viene trasmesso al produttore. Quando arriva la merce dal produttore, questa viene suddivisa tra le famiglie che appartengono al gruppo e ognuno paga per la propria parte. Una struttura professionale curerà tutti aspetti inerenti alla funzionalità ed efficienza delle attività .

I Gruppi d’Acquisto devono dotarsi di una sede che può benissimo essere una stanza di una famiglia un garage, o un luogo messo a disposizione dai Comuni per svolgere le attività sociali. I gruppi di acquisto fin dal loro nascere vengono assistititi da un gruppo di operatori specializzati e preparato per garantire efficienza alle filiere.


    La conoscenza


Scegliere prodotti locali da la possibilità di conoscere meglio il processo produttivo e quindi il comportamento della azienda agricola che li produce. Tutte le produzioni sononormate da disciplinari che escludono nei processi produttivi l’uso degli O.G.M., delle molecole chimiche, dannose per l’ambiente e potenzialmente pericolose per la salute; non meno devono esprimere e garantire un forte rispetto per gli animali e l’ambiente. I Gruppi d’Acquisto possono contare su un rapporto diretto con i produttori non solo nella ricerca di costruzione di ambiti di dibattito collettivo sui prezzi, sul mercato, sulle qualità, sulle iniziative da prendere nei quartieri e nel territori, ma anche nella frequentazione dell’azienda per conoscere il lavoro oltre che per degustare i prodotti, instaurando un rapporto “altro”, non solamente commerciale ma fiduciario con il produttore. Quando si conosce la storia di un prodotto che si mangia o si utilizza, cambia anche il rapporto verso di esso. L'oggetto o il cibo escono dall'anonimato ed acquistano una loro storia.


    Culture e colture


I prodotti locali spesso si accompagnano a colture e culture tradizionali della propria zona; le une e le altre rischiano di scomparire sotto le spinte di uniformità del mercato globale. Mangiare prodotti tradizionali è un modo per allungare la loro vita e proteggere la biodiversità, oltre che conservare un mondo di sapori e saperi.


    La salute


I Gruppi d’Acquisto si orientano verso prodotti biologici o ecologicamente compatibili, o comunque a basso impatto ambientale. La prima motivazione di tale scelta è la salute, sia di chi consuma o utilizza il prodotto, sia di chi lo produce. Possiamo in questo modo mangiare cibi naturali, rispettando chi li produce e recuperando i sapori i gusti della tradizione.

In tal modo si contribuisce a salvare la biodiversità dall’annientamento imposto dalla cattiva globalizzazione delle multinazionali alimentari.


    Le attenzioni alle condizioni di lavoro


L'economia mondiale, nell'era della globalizzazione, sta portando ad una corsa verso il fondo nelle condizioni di lavoro. Le multinazionali spostano la loro produzione dove i costi sono più bassi, ovvero dove la manodopera è pagata meno ed i diritti dei lavoratori sono meno rispettati. Il prezzo basso a cui possiamo comprare un pollo proveniente dall'Asia o del Brasile è una magra consolazione se pensiamo che i posti di lavoro in Italia si trovano a competere con paghe enormemente inferiori in qualche angolo del mondo. L'unico modo per uscire da questa peggioramento delle condizioni di lavoro, che danneggia tutti, è richiedere un livello minimo accettabile di condizioni di lavoro che debba essere rispettato in qualsiasi parte del mondo. Preferire i prodotti delle fattorie della tua regione significa mangiare un prodotto ottenuto senza lo sfruttamento oltre ogni limite della manodopera.


    L'ambiente


A questa si unisce ovviamente l'attenzione posta verso la conservazione della natura e quindi anche la salute delle generazioni future, condividendo che le risorse ambientali terra, acqua e aria non sono infinite . Non staremo a fare l'elenco dei guai ambientali della nostra società per spiegare che l'acquisto di prodotti ecocompatibili ha un effetto diretto sulla diminuzione dei pesticidi, dell'inquinamento, del consumo di risorse e di energia.


    Trasporto e imballo


Scegliere prodotti locali significa in primo luogo ridurre l'inquinamento, il consumo di energia ed il traffico per il trasporto della merce. Nell'economia globale i beni viaggiano da una parte all'altra del pianeta senza conteggiare i costi indiretti dei trasporti come l'inquinamento, l'utilizzo delle strade, gli incidenti stradali, le schizofreniche code del traffico. Chi paga questi costi e l’intera collettività, Scegliere prodotti locali è un modo per diminuire il nostro carico ambientale, oltre che a guadagnarci in freschezza. L’acquisto collettivo riduce naturalmente l’imballo, cartone polistirolo, borsette per piccolissime quantità vengono eliminate ed inoltre si può aprire la discussione sull’imballo sempre più riciclabile.